Gestione della TARI dopo un decesso: cosa fare e quali documenti servono

Gestione della TARI dopo un decesso: cosa fare e quali documenti servono

Gestione dell’utenza TARI dopo un decesso: cosa fare

Quando una persona cara viene a mancare, tra le molte pratiche da affrontare c'è anche la gestione delle utenze domestiche. Una delle più importanti è la TARI, ovvero la tassa sui rifiuti, che viene applicata a chi occupa o detiene un immobile. Dopo un decesso, è necessario aggiornare o cessare l'intestazione dell'utenza TARI per evitare addebiti non dovuti o disguidi amministrativi.

In questo articolo ti spieghiamo cosa succede alla TARI quando muore l'intestatario, quali sono le opzioni disponibili per i familiari, e come agire in modo corretto ed efficiente secondo la normativa vigente.

Cosa prevede la legge in caso di decesso dell'intestatario

La TARI è regolata dal D.Lgs. 116/2020 e dai regolamenti locali dei singoli Comuni. Quando l'intestatario del contratto TARI decede, non avviene una cancellazione automatica dell'obbligo tributario. La tassa continua a decorrere finché non viene effettuata una comunicazione formale al Comune o al gestore del servizio.

Secondo la prassi più comune, i familiari o gli eredi devono segnalare il decesso e richiedere la cancellazione (in caso di immobile non più utilizzato) o la voltura (se l'immobile continua ad essere occupato da altri conviventi o eredi).

Quando fare disdetta e quando richiedere la voltura

La disdetta della TARI si richiede quando l'immobile viene lasciato vuoto e non viene più utilizzato. In questo caso, è necessario allegare la documentazione che attesti il decesso e l'assenza di occupazione (es. chiusura delle utenze, residenza cancellata, ecc.).

La voltura, invece, va effettuata quando l'immobile resta occupato da altri membri della famiglia, ad esempio il coniuge superstite, i figli o altri coeredi. In questo caso la tassa continuerà a essere dovuta, ma dovrà essere intestata a un nuovo soggetto, che diventa il responsabile dei pagamenti futuri.

Documenti da presentare

I documenti richiesti possono variare da Comune a Comune, ma in genere includono:

– Copia del certificato di morte

– Copia del documento di identità del richiedente

– Eventuale autocertificazione di residenza o di non utilizzo dell'immobile

– Modulo di richiesta (disdetta o voltura), scaricabile dal sito del Comune

È sempre consigliabile consultare il sito del proprio Comune per verificare i moduli aggiornati e le modalità di trasmissione (che possono avvenire via PEC, email o sportello fisico).

Cosa succede se non si fa nulla

Se non viene inviata alcuna comunicazione, il Comune continuerà a considerare l'utenza attiva a nome del defunto, con il rischio di accumulo di tributi non dovuti, avvisi di pagamento e persino sanzioni.

In molti casi, la mancata comunicazione comporta un aggravio burocratico al momento della dichiarazione di successione, perché sarà necessario giustificare ogni addebito e chiarire la situazione dell'immobile agli occhi del fisco e dell'ente locale.

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La TARI è solo una delle tante voci amministrative da affrontare dopo un decesso. Spesso ci si perde tra uffici, moduli e scadenze che sembrano secondarie, ma che se trascurate possono generare confusione, solleciti e costi evitabili.

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