Successione Ereditaria: Le Fasi da Conoscere

Successione Ereditaria: Le Fasi da Conoscere

Quando una persona viene a mancare, il suo patrimonio – fatto di beni, diritti e obblighi – non scompare, ma viene trasferito ai suoi eredi. Questo passaggio è regolato da un processo giuridico chiamato successione ereditaria, che può avvenire secondo le disposizioni di un testamento oppure, in assenza di questo, secondo le regole della successione legittima. In entrambi i casi, è fondamentale conoscere le varie fasi che compongono il procedimento successorio, sia per adempiere agli obblighi di legge, sia per tutelare i propri diritti.

Apertura della Successione

La successione si apre nel momento esatto in cui una persona muore. Questo momento è chiamato apertura della successione e segna l’inizio di tutti gli adempimenti successivi. La legge stabilisce che il luogo di apertura della successione è quello in cui il defunto aveva l’ultimo domicilio.

In questa fase iniziale, il patrimonio del defunto passa idealmente in eredità ai chiamati, che devono poi decidere se accettare o meno l’eredità. Inoltre, se è presente un testamento, sarà necessario verificarne l’esistenza, l’autenticità e il contenuto, procedendo alla sua pubblicazione presso un notaio.

2. Individuazione degli Eredi

Una volta aperta la successione, bisogna identificare con chiarezza chi ha diritto a ereditare. Se c’è un testamento valido, saranno eredi le persone indicate dal testatore, nel rispetto delle quote di legittima previste dalla legge per coniuge, figli e – in mancanza di questi – genitori.

Se non c'è un testamento, si applicano le regole della successione legittima (articoli 565 e seguenti del Codice Civile), secondo le quali il patrimonio viene ripartito tra gli eredi legittimi secondo un ordine di priorità: figli, coniuge, genitori, fratelli, e così via.

Questa fase richiede attenzione, perché ogni erede può avere diritto a una percentuale diversa del patrimonio. In caso di dubbi, è possibile rivolgersi a un notaio o a un legale per ottenere un calcolo preciso delle quote ereditarie.

3. Accettazione dell'Eredità

Chi è chiamato all’eredità ha tre possibilità: accettare in modo pieno e incondizionato, accettare con beneficio d’inventario oppure rinunciare all’eredità. L’accettazione può avvenire espressamente (con atto notarile o scrittura privata autenticata) oppure tacitamente (ad esempio, disponendo dei beni ereditari).

Il beneficio d’inventario è una forma di protezione: consente all’erede di rispondere dei debiti del defunto solo nei limiti dell’attivo ereditato. È obbligatorio per i minori, gli interdetti e i soggetti incapaci.

Chi non desidera subentrare nei rapporti patrimoniali del defunto può rinunciare all’eredità tramite dichiarazione formale resa in tribunale. La rinuncia deve avvenire entro dieci anni dall’apertura della successione, ma è consigliabile agire prima della presentazione della dichiarazione fiscale.

4. Dichiarazione di Successione

Entro 12 mesi dalla data della morte, gli eredi sono obbligati a presentare all’Agenzia delle Entrate la dichiarazione di successione. Si tratta di un documento fiscale che ha lo scopo di comunicare ufficialmente il passaggio dei beni dal defunto agli eredi, e di calcolare le relative imposte.

Nella dichiarazione vanno indicati tutti i beni ereditati: immobili, conti correnti, azioni, titoli, aziende, auto e altri cespiti. A seconda del valore del patrimonio e del grado di parentela, potrebbero essere dovute le imposte di successione, con aliquote e franchigie variabili (ad esempio, il coniuge e i figli pagano solo oltre 1 milione di euro ciascuno).

La dichiarazione può essere compilata direttamente dagli eredi, da un commercialista o da un notaio, e deve essere accompagnata dal pagamento delle eventuali imposte ipotecarie, catastali e di bollo.

5. Voltura e Trasferimento dei Beni

Dopo la presentazione della dichiarazione, l’Agenzia delle Entrate rilascia una ricevuta con cui è possibile procedere alla voltura catastale degli immobili e al trasferimento formale dei beni. Le banche richiederanno tale documentazione per lo sblocco di eventuali conti correnti o depositi intestati al defunto.

Se ci sono più eredi, il patrimonio entra in una fase di comunione ereditaria, che può essere sciolta con un atto di divisione ereditaria firmato tra le parti o redatto da un notaio. È in questa fase che possono emergere disaccordi, motivo per cui un testamento ben scritto può ridurre sensibilmente il rischio di contenziosi.

6. Esecuzione delle Disposizioni Testamentarie

Se il defunto ha lasciato un testamento, le sue volontà devono essere eseguite in modo fedele e tempestivo. In alcuni casi, può essere nominato un esecutore testamentario, incaricato di vigilare sulla corretta applicazione delle disposizioni. L’esecutore ha il compito di amministrare il patrimonio, pagare eventuali debiti, distribuire i beni e garantire che il testamento sia rispettato secondo quanto stabilito dal testatore.

È importante ricordare che anche in presenza di testamento, le disposizioni non possono ledere i diritti degli eredi legittimari, ai quali la legge riserva una quota minima del patrimonio (la cosiddetta quota di legittima, artt. 536 e seguenti c.c.).

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