Eredità Digitale: cosa succede ai profili social e dati digitali dopo la morte
Con la diffusione della vita online, ciascuno di noi accumula un patrimonio digitale composto da contenuti, dati, account e abbonamenti. Quando una persona muore, questo universo non si spegne automaticamente: profili social, archivi cloud, caselle email e wallet digitali continuano ad esistere, spesso inaccessibili o dimenticati.
Questa parte della successione è ancora poco regolamentata dalla legge italiana, ma assume crescente rilevanza per famiglie, eredi e operatori legali. Con il termine eredità digitale si intende l'insieme dei diritti patrimoniali e non patrimoniali relativi a beni immateriali presenti online. Comprendere come trattarli è oggi una nuova frontiera della pianificazione successoria.
Cosa include l'eredità digitale: email, social, cloud, wallet
L'eredità digitale comprende tutto ciò che una persona lascia online: account email (es. Gmail, Outlook), profili social (Facebook, Instagram, LinkedIn), archivi cloud (Google Drive, iCloud), contenuti multimediali (foto, video), e ancora abbonamenti (Netflix, Amazon), siti web, wallet di criptovalute, e licenze digitali.
Molti di questi contenuti hanno valore affettivo, ma anche economico o professionale. L'accesso da parte degli eredi è tuttavia complicato da norme sulla privacy e dalla mancanza di disposizioni formali da parte del titolare.
Secondo l'art. 2-terdecies del D.lgs. 101/2018 (attuazione del GDPR in Italia), in caso di decesso, i diritti sui dati personali possono essere esercitati da chi ha un interesse proprio o agisce a tutela dell'interessato, salvo che ciò sia espressamente vietato dalla legge o dal defunto stesso con dichiarazione scritta.
La posizione delle piattaforme digitali
Ogni piattaforma ha una propria policy sul trattamento degli account post-mortem. Facebook, ad esempio, consente di trasformare un profilo in commemorativo oppure di eliminarlo, ma solo se l'utente aveva designato un contatto erede oppure se la famiglia fornisce prova legale del decesso.
Google mette a disposizione lo strumento "Gestione account inattivo" che permette di indicare a chi consegnare alcuni dati (email, YouTube, documenti) dopo un certo periodo di inattività. Apple ha introdotto il programma "Contatto erede" con iOS 15, permettendo di delegare l'accesso al proprio Apple ID dopo la morte.
Tuttavia, in assenza di tali impostazioni in vita, ottenere accesso o cancellare contenuti può richiedere ordini del tribunale, tempi lunghi e un supporto legale esperto. Le piattaforme, infatti, si rifanno spesso all'art. 6 del GDPR che tutela i dati personali anche dopo la morte.
Email e contenuti cloud: i limiti dell'accesso ereditario
Molte famiglie si trovano in difficoltà nel recuperare email o documenti archiviati online. I provider (Google, Apple, Microsoft) non sono obbligati a fornire accesso agli eredi, soprattutto in assenza di volontà espresse. Alcuni accedono ai dati solo in presenza di decisioni giudiziarie o in forza di contratti chiari sottoscritti dal titolare.
La Cassazione Civile, Sent. 2932/2023 ha riconosciuto per la prima volta il diritto degli eredi di accedere ai dati digitali del defunto, anche non patrimoniali, in quanto parte del suo patrimonio culturale e affettivo. Tuttavia, la giurisprudenza non è ancora uniforme e la mancanza di norme specifiche rende questi casi spesso controversi.
Nel frattempo, l'unica reale tutela è la pianificazione anticipata, che permette di stabilire chi potrà accedere ai contenuti, come conservarli o se eliminarli dopo la morte.
Come pianificare l'eredità digitale in modo sicuro
La soluzione migliore è integrare la gestione dell'eredità digitale nella pianificazione testamentaria. È possibile farlo attraverso:
- L'inserimento di disposizioni digitali nel proprio testamento olografo, pubblico o segreto
- La nomina di un esecutore testamentario digitale, autorizzato a gestire i contenuti online
- L'utilizzo di servizi che conservano in modo sicuro le proprie volontà digitali (nomi utente, password, preferenze post-mortem)
- L'adozione di strumenti offerti dalle piattaforme (es. Google Account Inattivo, contatti erede Apple o Facebook)
È importante anche chiarire nel testamento se si desidera la conservazione, cancellazione o trasferimento di specifici contenuti, evitando così conflitti e lungaggini legali.